Premessa
Dal punto di vista tattico, la cattura di un aeroporto di piccole
dimesioni non comporta decisivi benefici per gli occupanti.
Infatti la relativa facilità con cui è possibile attaccare e
conquistare un campo piccolo è controbilanciata dalla bassa
capacità di difesa dello stesso una volta occupato. Per questo
motivo, è preferibile coordinare gli sforzi per sferrare un
attacco massiccio ad una base di medie dimensioni. In queste
pagine analizzeremo lo svolgimento di una missione congiunta
realmente avvenuta in arena e che ha portato alla conquista di un
aeroporto medio.
Background
Marzo 1940, le forze dell'asse stanno conducendo una vittoriosa
offensiva in tutta l'arena, sfruttando il vantaggio esistente
nella prima fase della guerra. Grazie ai brillanti risultati
ottenuti, al nemico restano solo 5 aeroporti ma tutti di medie e
grandi dimensioni; questo è il momento giusto per sferrare un
massiccio attacco congiunto.
Pianificazione
Hanno preso parte alla missione 8 piloti appartenenti a diverse
squadriglie. Il target è stato F17, uno dei campi più a Nord
della mappa e la base di partenza è stata F16. L'attacco è
avvenuto in tre fasi:
prima fase |
avvicinamento
ed attacco a sorpresa con lancio dei Commandos |
seconda
fase |
attacco con
caccia-bombardieri sui restanti targets |
terza fase |
lancio
paracadutisti |
Prima
fase
L'aereo usato è stato ovviamente lo Junkers 52 con un carico di
carburante pari al 20 % per tutti gli incursori. Solo uno di noi,
il cosidetto Controllo-Aereo, ha caricato il 100 % di carburante
per effettuare la "missione speciale" assegnatagli.
Tutti i piloti hanno sintonizzato la radio 1 sulla frequenza 11
dopodichè, al comando OTR tutti gli aerei sono andati in pista
accendendo i motori ed al successivo comando ROLL lo stormo si è
alzato in volo in direzione Nord sorvolando il fiume verso il mare
e mantenendosi costantemente sotto il livello radar (100 metri)
con la montagna sulla destra. In questa prima fase del volo, tutti
gli Ju52 si sono mantenuti vicini per ottenere una combat box il
più possibile compatta. Terminato il fiume, lo stormo ha
proseguito in mare aperto per evitare la contraerea della città
nemica situata fra F16 e F17, dopodichè raggiunta una posizione
sicura il capo-formazione ha virato a destra per prua 090
iniziando l'avvicinamento al target prescelto. A circa 10 miglia
dalla base nemica, lo stormo si è aperto per disporre di una
ampia zona di lancio evitando il raggruppamento dei Commandos e
offrendo maggiori possibilità di sopravvivenza agli stessi in
caso di attacco da caccia nemici. Giunto sulla terraferma, lo
stormo ha confermato il contatto visivo con il campo e quindi,
mantenendosi ai lati del target ed a una distanza sufficiente a
non "svegliare" la ack , i Commandos sono stati lanciati
con perfetto sincronismo (timing). Subito dopo il drop, tutti i
piloti hanno effettuato il ditch per rientare in torre di F16
tranne suprem che, sempre mantenendosi sotto i 100 metri di quota,
ha ridotto la manetta al 75 % puntando in direzione del Mare del
Nord uscendo così dal raggio visivo di eventuali nemici. Da
questo momento tutti i piloti comunicavano al Controllo-Aereo il
report dei danni inferti alle installazioni nemiche dal proprio
Commando. Questi ne annotava quindi l'ordine cronologico di
distruzione per il count down del rebuild-time (1200 secondi ossia
21 minuti) e per avere un quadro completo dei targets da colpire
con i caccia bombardieri della seconda ondata. Da notare che un
aeroporto medio è composto da 7 acks e 8 targets.
Seconda
fase
Rapidamente lo stormo si riequipaggiava con i caccia-bombardieri
Me110C configurati con 2 bombe da 500 kg. Dopo il decollo,
seguendo la rotta precedente e sempre mantenendosi sotto il
livello radar, i piloti si preparavano a sferrare il II° attacco;
lo stormo si separava in 3 gruppi prima di raggiungere il target
assegnato dal Controllo-Aereo. Il prezioso lavoro dei commandos
aveva eliminato intanto quasi tutte le Acks oltre che messo fuori
uso 2 piste, la vista esterna (Point of view) e la antenna radio.
Il primo gruppo (3 piloti) colpiva in rapida successione il radar
e 2 hangars, il secondo gruppo (2 piloti) distruggeva il deposito
munizioni ed il deposito carburante, mentre il terzo gruppo (2
piloti) colpiva la restante postazione ack e danneggiava
gravemente il terzo ed ultimo hangar. Al termine del primo
passaggio del II° attacco risultavano distrutte cinque
installazioni nemiche ed una quasi distrutta. Il Controllo-Aereo
intanto, ricevuti i report, confermava come unico bersaglio
mancante un solo hangar percui virava verso Sud in direzione di
F16 per iniziare l'avvicinamento alla massima velocità. Mentre il
terzo gruppo si occupava di terminare la distruzione dell'hangar
restante, gli altri 2 gruppi si portavano sopra il campo a circa
500 metri di quota in attesa dei difensori che infatti non
tardavano a decollare. Fortunatamente, dopo il decollo di soli 3
Spitfire, arrivava via radio la tanto attesa comunicazione:
"F16 is now closed"; i piloti che avevano esaurito le
bombe ingaggiavano i caccia nemici mentre gli altri rimanevano in
posizione sicura, pronti ad intervenire in caso di riapertura del
campo. Nel combattimento che ne seguiva, perdevamo 2 aerei
abbattendone 1.
Terza
fase
I due caccia nemici rimasti puntavano a bassa quota verso il
nostro campo F16 nella vana speranza di riuscire ad intercettare
l'eventuale Ju 52 in arrivo. In realtà invece, lo Ju 52 che aveva
svolto la funzione di Controllo-Aereo dopo il lancio dei commandos,
era ormai in vista delle colonne di fumo che si sollevavano dal
campo nemico ma proveniendo da Nord, ovvero da tutt'altra
direzione rispetto a quella prevista dai difensori. Nel frattempo,
i nostri 2 piloti abbattuti erano ridecollati con uno Ju52 (per
sicurezza) ed un altro Me110C dotato di 2 bombe da 500 kg. Ma
fortunatamente il nostro Ju52 era già sopra il campo nemico e
stava lanciando i suoi paracadutisti con perfetta tecnica
verticale esattamente sopra la torre. Ancora pochi interminabili
secondi ed il campo risultava catturato dalle forze dell'asse.
Considerazioni
finali
Ovviamente la velocità di esecuzione e la accuratezza di sgancio
della seconda ondata risultano fondamentali per la buona riuscita
dell'operazione. Uno scenario simile può configurarsi anche in
epoche successive al 1940; in tal caso sarà possibile sostituire
il Me110C con la versione G opure usare un FW190D9 o ancora un
Me262. Qualunque sia il periodo e qualunque sia la vostra scelta
le regole fondamentali sono:
- Volare sotto i 100 metri
di quota per eludere il rilevamento radar
- Coordinare il lancio dei
commandos
- Effettuare un velocissimo
ditch dopo il lancio
- Comunicare al
Controllo-Aereoi i danni inferti
- Ritornare sul bersaglio
il più velocemente possibile
- Non ingaggiare i caccia
nemici prima di aver sganciato le proprie bombe sul target
Un attacco di questo genere
sfrutta l'effetto "sorpresa" ai danni del nemico e
quindi ha maggiori possibilità di successo se gli alleati sono
contemporaneamente sotto pressione in una altra zona della arena.
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